Di che materiale è fatto lo stupore
Le sculture di Alexey Blagovestnov tra Rinascimento e modernità, al Centro russo di Scienza e Cultura
Articolo e foto di Danila Gaggiotti
Sorpresa, incredulità e mistero accompagnano il visitatore ad ogni passo. Anna Karenina, Dante e il Cavaliere Khvalynsk sembrano guardarci con un aspetto inusuale. Siamo a pochi passi da Largo Argentina, nelle sale del Centro russo di Scienza e Cultura. Fino all’11 dicembre, sono state in mostra le sculture dell’artista contemporaneo russo Alexey Blagovestnov, membro dell’Accademia russa delle Belle Arti.
Le opere sono disposte in tre sale dedicate ai tre volumi della Divina Commedia di Dante e alle città che hanno formato l’artista: “Paradiso” (Roma), “Purgatorio” (Parigi), “Inferno” (Mosca).
La leggerezza del gesso e l’asprezza del metallo si abbracciano in un contrasto armonioso e inaspettato. Accade alla figura femminile in gesto e materiale misto, opera ispirata a Giorgione. Accade alla raffinatezza del vestito di Anna Karenina e alla delicatezza delle sue mani di gesso in contrasto con la truce espressione del volto bronzeo di Dante. Due mani in metallo si uniscono in preghiera su una lastra di legno. Una grande figura rossa in bronzo è in posizione di preghiera mentre il cavaliere Khvalynsk, dalla pelle candida di gesso, cavalca audacemente il suo destriero.
Soggetti sacri e profani, materiali svariati e contrastanti, ispirazioni da luoghi e tempi diversi si fondono in ogni sala, creando accostamenti sempre nuovi e suggestivi. L’artista continua a stupirci fino alla terza sala, dove un’ala di anatra si adagia sulla testa di un fariseo di bronzo con dolorosa nonchalance.
E mentre abbandoniamo le sale non ci abbandona lo sguardo di quelle sculture, che quasi sembrano interrogarci sul senso dell’arte.