Nati dopo l’89, quattro reportage e una mostra fotografica

Matteo Tacconi, giornalista, e Ignacio María Coccia, fotografo, raccontano al Goethe-Institut di via Savoia le aspettative, le emozioni e le speranze delle giovani generazioni rispetto all’Europa e all’essere europei. Foto dal sito del Goethe-Institut Rom

Articolo di Giovanni Giusti

Tacconi e Coccia hanno intervistato e fotografato i ragazzi nati dopo la caduta del Muro di Berlino, in quattro città molto diverse tra loro, Dresda e Bonn in Germania, Bari e Trieste in Italia. “Ragazzi che sicuramente hanno un’altra prospettiva di Europa di chi all’epoca era adulto o magari solo adolescente”, dice Tacconi nel corso di un incontro al Goethe-Institut che ospita la mostra

Dresda, Bonn, Trieste, Bari, quattro città per niente scontate. La scelta delle quattro città è stata molto accurata e sicuramente non scontata. Dresda è una città della ex Germania Orientale, che pur non avendo il fascino di Lipsia, è stata inserita nel progetto proprio perché ancora abbastanza chiusa e praticamente senza immigrazione. Al contrario Bonn, la ex capitale dell’Ovest, è invece una città cosmopolita e ricca di immigrati, anche del periodo precedente all’unificazione, è poco dispersiva, non è troppo piccola né troppo grande. Trieste, che si affaccia su tre mondi, quello italiano, quello slavo e quello mitteleuropeo, è stata scelta proprio per questo suo essere una sorta di unicum in Italia e in Europa. Mentre da Bari si voleva un punto di vista ‘da sud’, con un occhio particolare alle comunità greche e albanesi presenti in città, perché, come sottolinea Tacconi “le latitudini e le longitudini contano”. E danno prospettive diverse ai problemi.

Philip, Judith e gli altri. Philip, Judith e molti altri. Sullo schermo del Goethe-Institut passano i giovani intervistati da Tacconi e che sono i soggetti delle foto di Coccia ospitate dalla mostra. L’architetto e la concertista di Dresda, la ballerina che fa la spola tra Trieste e la Slovenia, il giornalista di Bonn che ha vissuto tre mesi senza usare plastica, e lo ha raccontato sul suo giornale. “Se i ragazzi pensano all’Europa, vuol dire che l’Europa esiste” conclude Tacconi, parafrasando Sant’Agostino “e anche l’europeismo esiste tra i giovani, ma va coltivato”.

Goethe-Institut Rom, via Savoia, 15

Fino al 14 febbraio 2020

Orari di visita: lun. 14–19, mar. mer. gio. ven. 9–19, sab. 9–13 Chiuso: 20 dicembre 2019 – 6 gennaio 2020

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