Calendario civile europeo, le date che hanno segnato la coscienza civile europea

Dall’attentato di Sarajevo del 1914 al referendum per l’indipendenza della Catalogna del 2017. Calendario civile europeo, edito da Donzelli è una raccolta di quaranta saggi, curata dal filosofo della politica e germanista Angelo Bolaffi e dallo storico Guido Crainz, che fissano le date simbolo degli ultimi cento anni della storia dell’Europa, con due incursioni nei secoli precedenti dedicate ai diritti nati dalla Rivoluzione francese e dal primo congresso della Seconda Internazionale.

Articolo di Giovanni Giusti

Professor Bolaffi, ‘Calendario civile europeo’, perché sentire l’esigenza di farlo proprio ora?

“Dalla metà degli anni 2000, temi come la bocciatura del progetto di costituzione europea da parte dei cittadini francesi e olandesi, come la crisi economica del 2007-2008 che ha accelerato soprattutto in Italia, ma anche in Spagna e in Grecia un atteggiamento antieuropeista, o come la crisi dell’ondata migratoria, facevano apparire un po’ semplicistica l’idea che tutto fosse rimasto come prima, quasi che quel progetto europeista che era nato con il Trattato di Roma del 1957 potesse essere ripreso sic et simpliciter. In realtà, già dopo la svolta dell’89, con la caduta del Muro di Berlino, si è aperta una fase in Europa e nel mondo che ha rimesso in discussione quel progetto, che va ripensato e riorganizzato. Per fare questo, con Guido Crainz, non essendo dei politici, abbiamo pensato di fare il nostro lavoro, dare cioè un contributo intellettuale. Una possibile via, tra le altre, era affrontare una serie di date importanti della storia europea, che dividono ancora oggi l’opinione pubblica.”

Nel libro si sottolinea anche la dicotomia tra Paesi che vogliono l’unione federale e quelli che vorrebbero invece l’unione intergovernativa.

“Questa è una vecchia discussione all’interno della costituzione europeista. Queste due anime ci sono sempre state. Per semplificare, Italia e Germania hanno rappresentato più a lungo lo spirito federalista mentre la Francia ha più avuto l’idea di un Europa degli stati nazionali, delle nazioni. Ma anche tutto questo è stato ridisegnato dal 1989 e da quanto sta accadendo adesso con la Brexit. L’Europa di Schumann, Adenauer e De Gasperi è nata in un mondo che non c’è più. Quel mondo era un mondo con un grande alleato, l’America, che tutelava l’Europa e una grande potenza, l’URSS, che la minacciava. Tutto questo non c’è più, adesso c’è una solitudine europea. L’America che voleva l’Europa unita è oggi con Trump un nemico dell’unione, e non il solo ovviamente. Poi nello scenario del mondo sono apparse altre potenze, a cominciare dalla Cina.”

Lei chiude il libro con una nota che ho trovato abbastanza pessimistica. Per il balzo in avanti verso un’unione compiuta l’Europa dovrà aspettare.

“In questo quadro geopolitico, qual è il cammino per l’Europa? Questo è il tema su cui si conclude il volume. Cioè abbiamo visto il passato, abbiamo visto le date che hanno segnato la coscienza europea, che ancora dividono l’opinione pubblica europea, ma adesso la domanda è: che succederà? Dove andiamo?  Il balzo in avanti per l’Europa arriverà, ma non a breve. Adesso si tratta di apprezzare l’Europa per affrontare le sfide più immediate: ambiente, immigrazione e soprattutto le politiche di difesa. L’Europa deve trovare un modo di organizzare la propria autodifesa, perché quella che era una volta la potenza che la difendeva si sta sganciando e sta andando verso altri orizzonti, verso il Pacifico. L’Europa ha davanti l’Atlantico e il Mediterraneo, questi sono i confini. Chi li difende?”

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