Libri – “La tuffatrice” di Julia von Lucadou. Distopia o anticipo di realtà?

“La tuffatrice”, romanzo di esordio di Julia von Lucadou edito da Carbonio, è un’inquietante visione del nostro presente nel momento in cui già diventa futuro prossimo.

Articolo di Giovanni Giusti

È una discesa all’inferno, un tuffo vero e proprio, vissuta in prima persona e in diretta, davanti ai nostri occhi e a quelli molto più attenti di una miriade di onnipresenti telecamere.

Il tuffo, metaforico, verso l’inferno è quello di Hitomi, giovane psicologa che ha in cura, e sorveglia ventiquattrore su ventiquattro Riva, campionessa in crisi che ha lasciato inspiegabilmente le seguitissime gare di Highrise Diving, i tuffi dalla cima degli immensi grattacieli della città, che si risolvono un attimo prima dell’impatto con il terreno grazie alle evoluzioni delle atlete aiutate dalla miracolosa tuta Flysuite che le riproietta verso l’alto.

Controllo sociale spinto al massimo, divisione rigida della società, azzeramento della privacy, necessità di apparire sempre in perfetta forma fisica e psicologica, il sistema degli avanzamenti scolastici e sociali mutuato dai talent show. Questo è il mondo di Hitomi e Riva. Sono molte delle paure che abbiamo oggi e che von Lucadou ci mette drammaticamente davanti agli occhi. La tuffatrice aggiorna i canoni della visione negativa del futuro, tipica del romanzo distopico, ce lo avvicina questo futuro in un certo senso, ci mostra realizzate situazioni che oggi riusciamo parzialmente a intuire.

Le angosce di Riva e quelle di Hitomi, amplificate queste ultime dai sensi di colpa svelati da flash-back sempre più dolorosi, diventeranno presto le nostre angosce, grazie a una scrittura che coinvolge già dalle prime pagine. Capitoli brevi e secchi, frasi che sembrano didascalie di una foto, di una semplicità accecante. Intercalate con modi di dire in inglese, quasi a creare una specie di neo lingua.

Hitomi si ritroverà fuori dalla società come le è stata costruita intorno, di fronte a una scelta definitiva. E se nel poetico prologo del romanzo vediamo gli occhi di Hitomi che zumano dalla vastità del cielo fino alla città, fino al tetto del grattacielo, fino alla tuffatrice che si lancia nel mondo, lo zoom inverso tentato nell’epilogo non funzionerà. Non porterà a nulla.

 

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